Dopo dodici anni di moratoria sulla coltivazione di ogm in Europa, il via libera della Commissione alla patata Amflora per usi industriali e negli alimenti per animali, ha riacceso di colpo il dibattito sugli organismi geneticamente modificati. Durissime le reazioni italiane con il Ministro all’agricoltura Zaia che si è detto pronto a chiedere la clausola di salvaguardia, per impedirne la diffusione in Italia. Critiche anche dal Vaticano, da tutto il mondo ambientalista e dai Verdi che chiedono al Ministro di bloccare anche l’esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato che autorizza la coltivazione di mais Ogm, per tutelare l’agricoltura di qualità, il biologico e le eccellenze italiane. Ma come sempre più ancora di proclami e richieste contano i fatti e così, per prima, a lanciare un segnale fortissimo al mercato e ai consumatori è Coop Italia che mette al bando gli ogm da tutti i prodotti a marchio. Già nel ’97, Coop aveva mobilitato i soci e le principali associazioni di agricoltori contro i prodotti Ogm, ritenendoli dannosi per la biodiversità e non sicuri per i consumatori. Senza dimenticare l’aspetto economico, con i brevetti in mano alle multinazionali e gli agricoltori che ogni anno sarebbero obbligati a ricomprare da loro le sementi.
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